Fonte foto: forno panella
Roma è una città in cui è possibile mangiare a tutte le ore. Ad ogni momento della giornata è però associato un ben preciso “street food”, come fosse una sorta di rito andatosi a consolidare a seguito dell’usanza popolare.
In questo articolo ti parlerò solamente dei veri street food romani, quindi no ai kebbabari, no agli etnici, no agli street food regionali (siciliani,etc… ) ma sì a tutti gli originali spuntini e street food 100% veraci romani!
Iniziamo subito la classifica, e vediamo dunque quali sono gli spuntini preferiti dai romani ed i posti da non perdere in cui mangiarli!
Non perderti anche le pinserie romane in assoluto più buone di Roma!
Classifica dei Migliori Street Food 100% Romani
10. LA PANZANELLA ROMANA
E che ce vo’
pe’ fa’ la Panzanella?
Nun è ch’er condimento sia un segreto,
oppure è stabbilito da un decreto,
però ‘a qualità dev’esse quella.
In primise: acqua fresca de cannella,
in secondise: ojo d’uliveto,
e come terzo: quer divino aceto
che fa veni’ ‘a febbre magnerella.
Pagnotta paesana un po’ intostata,
cotta all’antica, co’ la crosta scura,
bagnata fino a che nun s’è ammollata.
In più, pe’ un boccone da signori,
abbasta rifini’ la svojatura
co’ basilico, pepe e pommidori
Così la descrive Aldo Fabrizi, emblema stesso della romanità (assieme ad Alberto Sordi), nonché fratello della mitica Sora Lella. È dunque uno spuntino popolare, realizzato con ingredienti semplici ed economici. La si può gustare da Aromaticus (Via Urbana, 134), dove la servono in maniera originale al bicchiere realizzata con prodotti a km0, oppure alla Sagra della Panzanella che si tiene a Monterotondo (appena 25 km fuori Roma) durante il periodo estivo.
L’orario migliore per mangiare la squisita panzanella romana è dalle 18 alle 20, per prepararsi alla cena.
9. PANINO CON PORCHETTA (O SALSICCIA)
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Pija un porchetto da poco smammato,
tenero e poco grasso, un po’ de vino,
lardo, ajo schiacciato, rosmarino,
poi sale e pepe appena macinato.Cotto, sia callo o freddo, è appetitoso
che te lo magneressi, ce scommetto,
puro su la capoccia d’un tignoso!
A descriverci la Porchetta è stavolta Romeo Collalti poeta romanesco che della sua amata città portava addirittura il nome. Mangiata calda in un panino è cosa sublime, ma, per l’appunto, anche fredda mantiene il suo perché. I romani veri per mangiare un buon panino con la porchetta si recano ai Castelli, con preferenza per le fraschette di Ariccia e Castel Gandolfo.
Ma anche a Roma i posti che la servono non sono pochi: primo fra tutti “Er Buchetto” (Via del Viminale, 2), tipica osteria romana con qualche tavolo dove gustare il panino accompagnato da del buon vino rosso.
Una possibile variante al panino con la porchetta è poi quello con la salsiccia, che a Roma se dice “sarciccia”. In questo caso, non potete che andare da Orfeo (via tiburtina, 190), ribattezzato dai Romani il Re della Notte.
Eh già, perché queste “leggere” prelibatezze non si gustano per pranzo o per cena, ma per “sfonnasse” all’uscita delle discoteche, prima di andare a dormire. Che non si dica poi la mattina successiva:
Ho un peso sullo stomaco, chi lo sa perché????
8. FAVE E PECORINO
A Roma da tant’anni è tradizzione
che pe’ ’a festa de ’a Libberazzione
e soprattutto, poi, pe’ ’r Primo Maggiose magneno le fave co’ ’r formaggio
portannoseli a spasso pe’ li prati
e bbevenno er rosso de Frascati!
Ho trovato questa poesia in dialetto spulciando sul web, e mi è parsa perfetta per descrivere l’usanza romana di festeggiare le feste primaverili con pic-nic a base di fave e pecorino. In particolare, il 1° Maggio si tiene la più importante sagra dedicata a questo alimento a Nerola, a 50 km fuori Roma.
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Per gustarlo invece per le strade della Capitale, basterà recarvi al Mercato di Campo de’ Fiori, ogni mattina escluso la domenica.
Quando mangiare questo spuntino? Consigliato in tarda mattinata.
7. FIORI DI ZUCCA FRITTI
Appresso ar mio, nun vojo visi affritti,
e pe’ fà ride’ pure a ‘st’occasione
farò un mortorio con consumazione…
in modo che chi venga n’approfitti.
Pe’ incenso, vojo odore de soffritti,
‘gni cannella dev’esse’ un cannellone,
li nastri, sfoje all’òvo e le corone
fatte de fiori de cucuzze fritti
Qui è ancora Aldo Fabrizi a parlare, e chiede che al suo funerale, al posto di corone di fiori, siano deposte corone di fiori di zucca fritti alla romana, ovvero co ‘ll alicetta e er fiordilatte. Cosa che è effettivamente successa in quell’occasione, grazie al tributo del pubblico a lui affezionato.
Per assaggiare i migliori fiori di zucca fritti di Roma vi indirizzo da “Il Cartoccio” (Corso Vittorio Emanuele II, 200), dove li servono croccanti e imbottiti di alici.
A che ora? Meglio il pomeriggio, dalle 16 in poi.
6. LA PIZZA DEL FORNO
La pizza del forno è uno tra gli street food più amati dai romani e soprattutto dai bambini. In questo caso non abbiamo una poesia, ma una certezza: la Pizza del Forno di Campo de’ Fiori (Piazza campo de’ Fiori, 22).
Qui non si fa quasi in tempo a sfornarla, tanta è la ressa che attende di ricevere la sua bella “fettona” bianca o rossa. E non abbiamo neanche un orario: la pizza del forno va bene in qualsiasi momento, compreso fra la prima mattina e l’ante-cena.
Davvero in pochi li conoscono (neanche i romani), e molto difficilmente li riuscirai a trovare altrove:
Il must è sporcarci tutta la bocca e le mani di farina!
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5. FILETTI DI BACCALÀ
Anche in questo caso niente poesia, ma in assoluto un solo nome: “Dar Filettaro” (Largo dei Librai, 88), posto carico di romanità.
L’ambiente è ovviamente informale, e permette di mangiare questa fresca e croccante pietanza sia ai tavoli sia passeggiando per le stradine del quartiere, io ti consiglio vivamente la seconda.
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Il momento migliore per assaporare un filetto è dopo cena, fino alle 23.
4. LE CALDARROSTE
Sarò caldarrosta fumante
dalla brace alla bocca all’istante
Lo street food romano per eccellenza, le caldarroste hanno il potere di farci ritornare al periodo dell’infanzia, quando l’impazienza di mangiare qualcosa di buono ci portava sempre a bruciarci le dita perché il cibo era ancora troppo caldo.
A Roma, nel periodo autunnale ed invernale, le trovate in qualsiasi strada del centro, mentre saltellano e strepitano all’interno di rudimentali bracieri. Si mangiano per strada, all’interno di un bel cartoccio giallo ma, per l’appunto, attenti a non scottarvi le dita!!!
Frase celebre dei Romani rivolti al venditore, in riferimento al caro prezzo che si paga per un cartoccio di caldarroste:
Ao’, ma te nun sei un caldarrostaio, sei n’ orefice!!!
Il periodo migliore per mangiarle è il pomeriggio.
3. IL MARITOZZO con la PANNA
Magno e bevo ma nun me strozzo
Vado a Testaccio e pio ‘n maritozzo
Se è “Alla romana” er conto se stecca
Se n’ è maritozzo sarà gratta checca
I poeti del Trullo ci regalano questa chicca e nella poesia ci ricordano anche qual è il miglior posto per mangiare maritozzi con la panna a Roma, ovvero “Dar Maritozzaro” in via Ettore Rolli 50. Qui non solo sono buoni, ma anche giganti. E in più si possono mangiare anche dopo la mezzanotte!!!
Una curiosità è legata all’origine del nome “maritozzo” che deriva dalla parola marito: infatti, nella Roma papalina i maritozzi venivano preparati durante il periodo della Quaresima, ed era usanza che i mariti in tutti i venerdì del mese di Marzo li donassero alle loro consorti.
Altre leggende indicano che il maritozzo era utilizzato come mezzo per chiedere in mano la propria sposa: dentro il maritozzo, infatti, il futuro marito celava con la panna l’anello di fidanzamento!
2. PINSA ROMANA
Invece che proporvi una poesia, voglio spiegarvi il significato del termine: deriva dal latino pinsere, che significa allungare o stendere. Infatti, la pinsa è una sorta di pizza originaria romana che si realizza senza ausilio di mattarello, bensì stendendo la pasta a mano, pasta che viene fatta lievitare per ben 3 giorni, così da rendere l’alimento soffice e digeribile.
La migliore di Roma è da “Pinsere” (Via Flavia, 98), se ti piace la pinsa romana, qui trovi un mio articolo sulle 10 pinserie romane da non perdere.
Vi consigliamo un assaggio a metà mattinata.
1. I SUPPLÌ AL TELEFONO
La domenica poi, come sempre er coco
je va da scapricciasse: supprì ar riso,
da magnattene cento e dico poco!
Questa poesia è tratta da un sonetto dell’Osteria “Impiccetta”. Al primo posto della mia simpatica e golosa classifica dei migliori street food a Roma, trova meritatamente posto lui, sua maestà: il Supplì.
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Interessante è l’origine del buffo nome di questo alimento: il termine supplì pare che derivi dal francese surprises, che significa sorpresa, in riferimento per l’appunto alla sorpresa dell’avventore che scopre all’interno della palla di riso la mozzarella calda e filante.
La dicitura “al telefono” si riferisce anch’essa alla mozzarella che, una volta diviso in due il supplì, forma per l’appunto un lungo filo tra la bocca e la mano (come quello tra cornetta ed apparecchio telefonico) che è difficile tagliare.
I migliori supplì di Roma si trovano: da Supplizio (Via dei Banchi Vecchi, 143) o alla Casa del Supplì (Piazza Re di Roma, 19).
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Consigliamo di mangiarli prima dell’ora di pranzo.
La classifica dei migliori spuntini romani è purtroppo terminata, se vuoi puoi indicarmi la tua qui sotto nei commenti 😉
Complimenti per aver letto tutto il mio articolo, non mi resta che augurarti una buona ricerca dei più gustosi street food di Roma!
Ma prima di lasciarti, volevo consigliarti questo fantastico tour gastronomico con una guida esperta del sito getyourguide, che ti accompagnerà in giro per Roma, gustando il meglio dello street food romano:
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Non più tardi di stasera ho scoperto con la mia coinquilina uno Street Food a largo Ravenna 8/9/10, dove, al prezzo di 7 euro l’una, il simpatico pizzaiolo ci ha preparato all’istante due pizze rosse biologiche di forma oblunga, non lievitate ma composte da varie farine integrali, con champignon e porcini, facendoci gustare la più buona pizza che io abbia mai mangiato in vita mia, da superare per bontà quelle della stessa Napoli. La sera questo simpatico locale è quasi vuoto perché chiude presto, dato che lavora soprattutto per pranzo, con un commesso che queste delizie te le porta pure a casa!
prova la nostra pizza e mortazza poi mi dici…
Aurelio